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Consideriamo adesso solo una tra le sindrome dolorose più frequenti: la lombalgia. Il mal di schiena è una delle principali cause di disabilità e riduzione della nostra qualità di vita, è associato con notevolissime limitazioni delle attività lavorative, ci toglie la voglia di stare piacevolmente insieme e partecipare alle attività sociali. Non si può nemmeno avvicinarsi al problema, se non si assegna alla lombalgia una natura BioPsicoSociale.
Bio perché origina da cause organiche,Psico perché determina alterazioni della sfera psichica, Sociale perché intacca tutte le nostre relazioni.
Angstman e coautori (2013) hanno sottolineato come l’insorgenza di lombalgia determina un peggioramento di una sindrome depressiva. Addirittura, l’insorgenza del primo episodio di lombalgia acuta, può, in casi frequenti, coincidere con il primo episodio manifesto di una insorgenza di una sindrome depressiva, a volte silente. Del resto, il dolore in generale, peggiora la qualità di vita di tutti noi e in particolare, il precoce trattamento del dolore è associato con il miglioramento della depressione.
Circa un terzo degli episodi di mal di schiena acuti sono destinati a ripetersi, anche a breve termine o, ancora peggio, vanno incontro a una persistenza, fino a divenire lombalgia cronica. Un recente lavoro di Pinheiro et al. (2015), consistito in una review di contributi della letteratura internazionale sull’argomento, ha messo il luce come la concomitante presenza di depressione peggiori e complichi il decorso del mal di schiena e come un approccio multimodale possa essere l’unico vincente.
Dai quaderni del nostro ministero della salute risulta che il mal di schiena colpisce almeno una volta nella vita circa l’80% della popolazione (secondo altre fonti più del 90%). Rappresenta una delle principali cause di perdita delle giornate lavorative: si è calcolato che solo negli USA la lombalgia è responsabile della perdita di 100 milioni di giornate lavorative ogni anno. È stato constatato che nel caso di primo episodio di lombalgia, le possibilità che il mal di schiena si ripeta varia dall’1.5% al 36% ogni anno.
Se si considera invece il dolore nella sua globalità, ovvero tutte le sindrome dolorose frequenti e meno frequenti che affliggono l’individuo, si arriva a una prevalenza fino al 60% per anno con un danno economico stimato del 3 % del prodotto interno di ogni singolo stato.
Mi chiamo Giovanni Maria Licastro, sono neurochirurgo e lavoro all'ospedale di Legnano (MI) dal 1992 (parentesi di circa 2 anni presso l'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Trieste).
Mi sono laureato in medicina e chirurgia all'Università di Messina e specializzato in neurochirurgia al Policlinico Umberto I di Roma.
Ho vissuto una esperienza lavorativa di circa due anni presso la Résidence du Parc a Marsiglia e diversi stages formativi all'estero.
I miei principali campi di interesse sono il trattamento (conservativo e chirurgico) delle patologie degenerative del rachide e il trattamento chirurgico dei tumori cerebrali mediante chirurgia assistita dal computer.
Sono socio SINCH (Società Italiana Neurochirurgia) e ANDAF (Associazione Nazionale Direttori Amministrativi e Finanziari) e sono iscritto all’Albo CTU del Tribunale di Busto Arsizio.